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_____________________________________ La Festa Patronale
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Tradizionale appuntamento di fine estate è ormai la festa che a settembre
Pedara, da oltre sei secoli, tributa con solennità alla Vergine Annunziata. Le più
antiche testimonianze su questo culto mariano, anche se di ambito rurale, risalgono
infatti almeno al XIII secolo quando gli abitanti del villaggio della Pedara
lavoravano nei campi dellinsediamento agricolo benedettino di Santa Maria di
Boscochiuso, andato distrutto poi durante leruzione del 1408.Il tributo di una
grande festa in onore della Vergine Maria, "al cui onore e gloria erano drizzati
tanti festevoli festini", è ricordato soprattutto nel Seicento, al tempo del
mecenate Don Diego Pappalardo. |
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Il felice avvenimento, che coinvolgeva tutta la cittadinanza per rendere
accogliente il paese anche agli occhi dei forestieri che vi giungevano a migliaia, era
allora ricordato come la festa dei mortaretti, proprio perché erano tanti e
colorati i fuochi dartificio che venivano accesi ben "apparecchiati nella dose
della polve", tanto che agli Acesi sembrava che lEtna fosse in eruzione. Le
attrazioni erano varie ed anche uniche visto che alla grande fiera, che si svolgeva in
piazza già dai primi giorni di settembre, erano presenti espositori provenienti dai più
rinomati empori della Sicilia con articoli e prodotti originari dallOriente, dalla
Spagna, dalla Francia e dallInghilterra. E poi cerano i fuochi, i tornei, i
giochi e i suonatori di trombe che si appostavano sul più alto balcone del campanile
allarrivo del simulacro della Madonna. |
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Nel 1686 lo storiografo Ludovico Pappalardo, nella sua opera
Ragguaglio encomiastico della festa della Pedara, descrisse in maniera molto
dettagliata la festa dellAnnunziata che iniziava il 1° settembre
(nellOttocento alcune volte anche a fine agosto), per culminare l8 e
concludersi una settimana più tardi. Come già detto, la prima parte (linizio) era
dedicata alla grande fiera; la vigilia ed il giorno di festa invece era la volta dei
giochi, dei tornei e della processione esterna del simulacro della Madonna posto su
"la bara trionfale" (il fercolo), mentre tutto poi si concludeva qualche giorno
più tardi con le rappresentazioni teatrali. |
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Anche il poeta siciliano Domenico Tempio, nel settembre 1790, quando era notaio di
Valcorrente, assistette alla festa. Nella sua poesia dal titolo
LAbbunnanza egli esalta ironicamente il benessere di Pedara con il suo
alto campanile illuminato di fiammelle, il carro dei festeggiamenti e le altre attrazioni. |
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Ancora
oggi, il primo settembre, i colpi di cannone ed il suono delle campane annunciano ai
pedaresi limminenza dei festeggiamenti che culminano la seconda domenica del mese.
Le maestranze giovanili dei due grandi quartieri del centro storico, Piazza e
S. Antonio, si adoperano per lallestimento dei due carri mariani che
ormai da tempo immemorabile (le prime notizie si riscontrano in scritti di fine
Settecento), appartengono alla tradizione religiosa locale. La gente partecipa con
devozione alle varie celebrazioni specialmente in occasione dellofferta della cera
alla Madonna che avviene venerdì sera. Nelle giornate di domenica e lunedì il simulacro
dellAnnunziata, posto sul prezioso fercolo (costruito nel 1888) è portato in
solenne processione per le vie cittadine preceduto dalle candelore.
Le foto sono
dell'Archivio Storico di Domenico Pappalardo |
Testo©Salvo
De Luca |
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